Assunta
(mercoledì 25 giugno 2014)
Categoria:
Gioia
OGNI TANTO UNA NOTIZIA LEGGERA E DAL FINALE ALLEGRO
14:59 del 25-06-2014
Ogni tanto bisogna passare da questo desolato sito e far vedere che è moribondo, ma vivo. Sentite questa, ogni tanto qualche cosa di buono.
«Correte, fate presto. C'è un bambino che piange, abbandonato dentro il contenitore della Caritas». Quando alla centrale operativa arriva una segnalazione del genere, c'è poco tempo per pensare e ancor meno per verificare. Si parte all'impazzata, preparati ovviamente al peggio.
Una signora stava gettando le immondizie nel cassonetto quando ha sentito provenire quei gemiti prolungati dal contenitore della Caritas, quello dove si raccolgono indumenti usati destinati alle persone povere.
Si è avvicinata, ha accertato che si trattava del classico pianto disperato di un neonato e ha subito telefonato alle forze dell'ordine. È successo attorno alle 11.30 in via Gramsci a Mirano, all'incrocio con via Kennedy.
Subito si è creato un grande trambusto: l'arrivo della pattuglia del nucleo radiomobile e della squadra dei pompieri ha catturato l'attenzione di decine di milanesi che si sono riversati in strada per capire cosa stesse succedendo, pochi minuti dopo è piombata sul posto anche l'equipe dell'ospedale di Milano: «Una volta estratto, quel bambino avrà certamente bisogno di cure urgenti», ha pensato più di qualcuno con grande apprensione.
E invece, per farlo smettere di piangere, è bastato togliere le batterie: il bambino era in realtà un bambolotto parlante, uno di quei giocattoli di ultima generazione che riproducono suoni praticamente identici a quelli reali.
Pensando di fare una buona azione, qualcuno ha lasciato nel contenitore il giocattolo con ancora le pile dentro; è bastato gettare sopra qualcos'altro, schiacciandolo all'altezza del petto, per far partire il suono del pianto senza interruzione. I vigili del fuoco hanno dovuto forzare la campana Caritas per aprirla e recuperare il bambolotto. Alla sorpresa ha fatto seguito un momento di grande ilarità e, soprattutto, un lungo sospiro di sollievo.